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L’importanza della degustazione alla cieca

Abbiamo già descritto su questa testata le difficoltà del giornalista/degustatore nell’individuare i vini da inserire in una determinata Guida (link). Stavolta vogliamo invece approfondire il tema del metodo.

Ci preme innanzitutto fare una premessa. Dato che una guida dovrebbe avere come punto di riferimento il lettore, sarebbe opportuno essere trasparenti proprio con quest’ultimo sulla metodologia utilizzata. Esprimiamo quindi il nostro apprezzamento per Doctorwine e Daniele Cernilli per aver fatto ulteriore chiarezza sugli strumenti utilizzati dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” (link), eccellente pubblicazione annuale. Questo tipo di trasparenza non è così frequente.

La nostra esperienza ci induce a pensare che la degustazione alla cieca, con tutte le sue imperfezioni, sia un metodo imprescindibile per valutare, nell’ambito di un confronto omogeneo, i diversi gradi di qualità dei vini che vengono assaggiati. Noi siamo convinti che la cieca operata da una commissione (panel) di assaggio (e non da una sola persona) sia fondamentale per l’equità e la rappresentatività del giudizio. Siamo poi altrettanto convinti che non sia giusto mischiare valutazioni che escono da blind tasting con assaggi fatti in cantina davanti al produttore, soprattutto se quest’ultimo è uno di quelli che non vuole mandare i campioni alle guide, e che quindi non consente il confronto dei suoi vini con quelli di altri produttori.

Ciò nonostante, consapevoli della nostra fallibilità, rispettiamo chi fa scelte diverse dalla nostra, ma resisteremo ed insisteremo con la degustazione alla cieca che paradossalmente per noi rappresenta una luce che guida le nostre scelte, anche se leggeremo sempre con attenzione quelle pubblicazioni che utilizzano metodi differenti rispetto al nostro.

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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