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LA “ROYAL RUMBLE” DEL VINO: CRISTIANO CINI VERSUS LUCA MARTINI

Oggi inauguriamo una nuova rubrica all’interno di Vinodabere, Royal Rumble del vino, dedicata alle sfide, quelle con la “S” maiuscola, tra vini, produttori e personaggi molto in vista nel mondo enoico.

Proprio da quest’ultimi vogliamo cominciare, presentando Luca Martini, consulente giramondo e famoso personaggio all’interno dell’AIS.

All’altro capo del ring virtuale posto nella splendida cornice dell’Eden Garden di Arezzo alla presenza di un folto pubblico di appassionati, abbiamo Cristiano Cini, attuale Presidente dell’Associazione Italiana Sommelier Toscana, nonché Direttore dell’emittente Wine-Tv.

Da sinistra: Luca Martini, Chiara Calcagno e Cristiano Cini

Tre etichette ciascuna rappresentativa del percorso formativo individuale, scelte con cura maniacale tra autentiche eccellenze internazionali, non disdegnando neppure rarità made in Italy.

Arbitro moderatore la bravissima Chiara Calcagno di Wine-Tv che ha saputo mantenere nei ranghi l’estro spumeggiante degli sfidanti.

I vini in degustazione

Tutto pronto dunque, la parola passa a Luca Martini che parte forte con il Piersporter Goldtropfchen Kabinett di Julian Haart 2017: dalla Mosella con furore. Per tutti quelli fossilizzati su aromi di cherosene da aeroplani, questo Riesling coltivato su marne blu ha caratteristiche di fine mineralità, note fumé sulfuree e tostature da peanuts. Fiori di limone, ginestra appassita e ribes bianco chiaramente individuabili al gusto non troppo tagliente e dalla lunghissima prospettiva. Un 92 centesimi d’emblée.

A Cristiano Cini il compito di riportarci nel Bel Paese raccontando la storia di Ampelio Bucci e del suo Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva 2015 – Cantina Fratelli Bucci. Fashion victim per tanti anni nel mondo della moda, ha saputo trasferire al vino l’eleganza delle passerelle più importanti. Assaggiandolo alla cieca molti critici di grido lo confondono con Loira e Borgogna. Orgogliosamente italico invece, col suo naso da pera matura, erbe mediterranee, agrumi canditi e dalla immensa potenza riempitiva di bocca al sapor di miele e cedro. Pareggia il conto con un 92/100 promettendo ulteriori miglioramenti tra qualche anno.

Sfruttando l’abbrivio Cristiano continua questa volta con un “figliol prodigo” frutto della sua esperienza e consulenza in collaborazione con Cantina La Guardiola di Civitella in Val di Chiana. “Orlando Innamorato 2016”, un nome che è tutto un programma, dalla grande trasparenza rubina, sentori di fragoline di bosco, ribes e cranberry (mirtillo rosso americano). Lievemente selvatico come ogni Pinot Nero che si rispetti, al palato dimostra carattere e territorialità, con agrumi e sapidità filante ammorbidita da spezie dolci. 90 punti eroici.

I successivi due vini di Luca sono degli assi nella manica da spaventare qualunque giocatore di poker. Partiamo dalla Francia (poteva mai mancare), con un Village 2016 Clotaire Michal da Vignes  Centenaires di ben 120 anni. Quando il Gamay si fa principe di Borgogna. Carnaceo, peposo, scuro quasi di brace. Mora selvatica, foglie di bosco, humus e affumicature dovute ancora alla fase riduttiva ben presente, che denota artigianalità e qualità. Il sorso è crudo, vivo, ben corroborato da tannini fruttati di sicura longevità. 89/100 fatti di emozione.

Il colpaccio però lo compie con l’ultima scelta,  con un insolito Schioppettino di Cividale del Friuli 2017 di Cantina Flaibani memorabile. Solo 560 bottiglie di nettare inimitabile, neppure all’interno della stessa scatola. Cristallino rubino, effluvi di cipria, gelatina di lampone, pepe verde da filetto, semi di senape e petali di rosa rossa. Gusto di pesca gialla, spezia scura e finale salmastro unico per un biodinamico in stile Steiner. 94/100 Over the top!

Cini è costretto a correre ai ripari in difesa, scegliendo come assaggio finale un campione di razza del Sangiovese toscano, il Riecine di Riecine annata 2014, quando si dice la mano del produttore…

Nonostante una vendemmia difficile almeno per il Centro ed il Nord Italia, il marker di questo vino resta la ciliegia, perfetta in ogni sua trama. Iris, salgemma, acqua di rose e vanillina a corredo di un naso delicatissimo che prosegue nel gustativo agrumato dotato di tannini cesellati ben integrati. Il catenaccio da 93/100 che riequilibra in perfetta parità l’emozionante disfida.

Prossimo appuntamento Timorasso versus Chianti Classico di Radda raccontati dal critico Leonardo Romanelli. See you soon.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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