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Lazio

IL CESANESE: UN VINO CHE RAPPRESENTA IL PORTA BANDIERA DEL LAZIO NEL PANORAMA VINICOLO ITALIANO

Il Cesanese è un vitigno che negli ultimi anni si è particolarmente distinto nel panorama vinicolo laziale  grazie al buon lavoro svolto dai vignaioli che hanno deciso di incamminarsi sul percorso che vede la qualità avere il sopravvento sulla quantità. Una quantità che è stata per svariati decenni il filo conduttore di una viticoltura che, vista la notevole vicinanza ad una grande città come Roma in grado di garantire una grande domanda di vino ha portato a produrre vini a basso costo di dubbia qualità.

Il Cesanese  ha trovato il suo habitat ideale nei territori di Affile, Olevano Romano, Piglio, e dintorni già dal 1000 a.c.  proprio in questo periodo è stato coniato il termine da cui questo vitigno ha preso il nome, “caesae” ossia luogo dagli alberi tagliati. Apparteneva al gruppo delle Alveole romane, descritto da Plinio nei suoi libri, e utilizzato per ottenere un vino rosso di grande qualità.

vigna di Csanese

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Nel 1888 si inizia a parlare di varietà diverse di Cesanese, uno con acino grosso (Cesanese comune) e uno con acino piccolo o d’Affile.  Soltanto nel 1973 vengono riconosciute le denominazioni DOC al Cesanese del Piglio, al Cesanese di Olevano Romano e al Cesanese di Affile . A coronamento di questo percorso nel 2008 il Cesanese del Piglio ha ottenuto la DOCG.

Attualmente  sta formandosi, tra i produttori di Cesanese, l’idea di costituire un Consorzio di tutela che riunisca le tre denominazioni, anche se attualmente esiste soltanto per il Cesanese del Piglio, ma siamo soltanto agli inizi e la strada è ancora lunga.

La zona di produzione è insita nei comuni di Piglio, Affile e Olevano Romano a  Sud-Est di Roma, su di un territorio che si divide in due zone climatiche ben distinte,  una sub-montana, quella del Piglio e di Affile, con piovosità e siccità quasi assente e terreni di colorazione rosso scuro imputabili alla presenza di ossidi di ferro e alluminio e un’altitudine che oscilla tra i 250 e i 950 metri, e una collinare, quella di Olevano Romano, con terreni di formazione argilloso-arenacea e vulcanica composti da argille e arenarie con altitudine è compresa tra i 200 e 550 metri e  caratterizzata da freddo molto intenso in inverno, una piovosità ridotta e da estati senza pioggia.

I Cesanese reagiscono in maniera sensibile alla caratteristica strutturale della forma di allevamento che può essere a cordone speronato, alberello modificato, guyot e candelabro. Anche la densità di impianto e la gestione del carico produttivo ha una notevole importanza. Ultimamente i cambiamenti climatici stanno spingendo i produttori a pensare di modificare anche il sistema di potatura lasciando più occhi al tralcio al fine di avere una ulteriore risorsa in caso di gelata, di contro questa modalità porta, in caso di eventi non sfavorevoli, ad una riduzione della resa di circa il 20%.

Anche la siccità e gli incendi estivi che ultimamente hanno messo a dura prova le vigne di questi territori e di gran parte della penisola italiana stanno divenendo motivo di studio al fine di salvaguardare le vigne. In America si è riscontrato che vigne particolarmente sottoposte a fumo derivante dagli incendi estivi possono assorbire, grazie alla parte esterna degli acini, questa nota che può risultare sgradevole nel vino.

I vitigni di Cesanese presenti in queste zone sono due: il Cesanese Comune, con un acino di medie dimensioni, buccia spessa e consistente, colore nero violaceo e produzione abbondante.  Cesanese di Affile, di qualità superiore e con acino di dimensioni ridotte rispetto a quello Comune, buccia di medio spessore e consistente, colore nero bluastro e una produzione scarsa e incostante.

Ma veniamo agli assaggi che abbiamo fatto visitando alcune aziende del territorio:

 

 

 

 

 

 

Cesanese del Piglio Romanico 2008 – Coletti Conti

Vino che pur con i suoi 9 anni mostra ancora una buona freschezza a dimostrazione delle ottime potenzialità di invecchiamento. Note di frutta rossa ben si combinano a toni di vaniglia, caffé e macchia mediterranea. Un tannino vellutato ci introduce ad un finale di mora molto persistente.

 

 

 

Cesanese del Piglio Romanico 2010 – Coletti Conti

Una grande espressione di questo vitigno, con note di sottobosco che si intrecciano a profumi di spezie, caffé, cuoio e macchia mediterranea. Un tannino vibrante accompagna un vino ricco verso un finale persistente di pepe verde e spezie  Avvolgente ed elegante.

 

 

Cesanese di Olevano Romano Silene 2016 – Damiano Ciolli (Cesanese di Affile 100%)

un Cesanese XXL con note di spezie , ginepro e macchia mediterranea.Un tannino imponente accompagna un vino ricco che chiude con un finale amaricante e persistente.

Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2016 – Damiano Ciolli (Cesanese di Affile 100%)

Frutta rossa con la visciola in evidenza, poi spezie dolci e note di ginepro che anticipano una bella sapidità, freschezza e struttura sorretta da un tannino sempre presente. Un vino che fa già capire. nonostante la gioventù, le sue grandi potenzialità.

Tucuca 2016  Rosato

 

Tucuca 2016  Rosato – Riccardi Reale (Cesanese di Affile 100%)

Un Rosato di un altro pianeta, con la struttura di un vino rosso. Trattasi di un vino cosiddetto naturale dove profumi di sambuco, rosa, fragolina di bosco inebriano i nostri sensi anticipando un tannino elegante sorretto da una bella acidità. Un finale  lunghissimo di spezia dolce non ci farà scordare per diverso tempo questo vino il cui nome scaturisce dalle iniziali dei figli di Piero Riccardi e Lorella Reale : TUllia, CUrzio e CAssio.

 

 

Cesanese di Olevano Romano Collepazzo 2015 Riserva  –  Riccardi Reale ( Cesanese di Affile 100%)

Un Cesanese che fermenta ed affina in botti di castagno. Sentori di frutta rossa, spezie e note di macchia mediterranea anticipano un tannino irruento ed un finale lungo e speziato. Lasciamolo ancora del tempo affinare in bottiglia affinché raggiunga il massimo del suo splendore.

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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