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I vini di Damilano in abbinamento ai piatti di Francesco Apreda del Ristorante Imago di Roma

Non è così frequente avere la possibilità di abbinare dei grandi vini delle Langhe con una cucina stellata. Abbiamo dunque accettato con entusiasmo l’invito dell’Agenzia di pubbliche relazioni Thurner a partecipare all’evento.

Il Comunicato Stampa già ci anticipava qualcosa sui vini in degustazione:

” La collina di Cannubi nelle Langhe è uno dei luoghi magici, baciati dalla natura, dove la vite – e non una vite qualunque, ma il nobile Nebbiolo – si esprime con maggiore eleganza e profondità.

Grazie a suoi suoli unici, poco evoluti, costituiti da marne argillose grigio-biancastre e da un’alta percentuale di sabbia, uniti a un microclima particolarmente benevolo, anno dopo anno nascono qui Barolo complessi e raffinati.

L’area principale è composta da quindici ettari, suddivisi in micro parcelle. Damilano è tra i custodi di questo patrimonio viticolo da quattro generazioni. Nella parte centrale, quella più intima della collina, ci sono dal 1935 i due ettari storici della proprietà con viti intorno ai 40/50 anni di età, tutto intorno altri otto ettari in gestione fino al 2027. Su questi pendii prende forma dal 1997 il Barolo Cannubi Damilano mentre dalla vendemmia 2008 i due ettari storici sono dedicati esclusivamente al Barolo Riserva Cannubi “1752”.

Due vini che disegnano molto bene l’intento della famiglia Damilano: tradurre in bottiglia, con sensibilità e precisione, l’espressione più alta del territorio.

La nostra passione per Cannubi – spiega Paolo Damilano, che conduce l’azienda di famiglia insieme al fratello Mario e al cugino Guido – nasce dalla memoria delle generazioni che ci hanno preceduto. Oggi abbiamo il privilegio di gestire questa terra, un impegno cui dedichiamo tutte le nostre risorse e che è ripagato dal piacere di proporre in Italia e nel mondo due Barolo di cui siamo di anno in anno più orgogliosi. Oggi si può degustare il Barolo Cannubi 2014 , frutto di un’annata complessa che offre tuttavia una sorprendente finezza e il Barolo Riserva Cannubi “1752” 2011, quarta vendemmia di una selezione che si concretizza in soli 6.000 esemplari e che matura per ben 7 anni prima di arrivare alla tavola (60 mesi in un’unica botte in rovere da 50 hl e ulteriori 24 mesi di affinamento in bottiglia). In ogni sorso di ‘1752’ -la data è un omaggio alla prima bottiglia conosciuta che porta in etichetta il nome Cannubi – si trova tutta la nostra filosofia produttiva fatta di impegno, rigore, ricerca e passione per il nostro lavoro. Il Barolo Riserva Cannubi ‘1752’ è oggi il più fiero ambasciatore di un angolo di terra, prezioso e amato che conl’aiuto dell’uomo riesce a dare vita a un prodotto unico al mondo.”

Il menu predisposto dallo chef Francesco Apreda del Ristorante Imago di Roma è apparso subito sfidante, perchè accostare alcuni classici della cucina romana al Barolo non è affatto cosa semplice.

 

Ma il Risotto Cacio e Pepe e Sesami di Francesco Apreda ad esempio riesce ad abbinarsi molto bene al Barolo Cannubi 2014, grazie alla abbondante speziatura ed all’annata 2014 che rende il Barolo meno strutturato anche se elegante.

Risotto Cacio, Pepe e Sesami

Barolo Cannubi 2014 – Damilano: sentori floreali e di frutti rossi, si uniscono a toni speziati ed anticipano un sorso scorrevole ed  una beva agile ed elegante.

 

Anche l’abbinamento del Barolo Riserva Cannubi “1752” 2011 con “Pollo ai peperoni alla romana” è abbastanza centrato, grazie ad una rivisitazione del piatto romano a cura dello chef.

 

Barolo Cannubi Riserva “1752” 2011: succoso, speziato, floreale con sorso ricco ed avvolgente ed un lungo finale speziato. Strutturato ed elegante. Un grande Barolo.

La Dolce Pesca ovviamente non trova un abbinamento felice con il Barolo, ma nemmeno lo cercava ed è un grande dolce al cucchiaio.

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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