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Due cugini di Serralunga al vertice delle valutazioni della Guida I Vini d’Italia de L’Espresso ed il fascino di Vigna Rionda

Nemmeno a farlo apposta al vertice delle valutazioni della Guida I Vini de L’Espresso 2018 troviamo i vini di due cugini di Serralunga, Sergio Germano e Guido Porro, che con i loro Barolo Cerretta 2013 (Germano) e Barolo Vigna Lazzairasco 2013 (Porro) si sono classificati al primo posto delle rispettive categorie di premi (i 100 vini da conservare e i 100 vini da comprare: vedi link).

 

Ed allora il gruppo romano della Guida I vini d’Italia de L’Espresso in trasferta in Langhe, non poteva perdersi la visita di queste due straordinarie cantine.

E da dove iniziare se non dalla visita ai vigneti di Vigna Rionda, dove entrambi i cugini hanno in parte ereditato terreni dallo zio Tommaso Canale, venuto a mancare prematuramente nel 2010?

 

Vigna Rionda

 

 

Su e giù per Vigna Rionda

 

 

 

Ecco allora che il leggendario anfiteatro naturale (ogni ettaro vale 3 milioni di euro), nel cuore del versante occidentale della scenografica dorsale collinare del comune di Serralunga d’Alba, si apre alla nostra vista in una giornata uggiosa, ed individuiamo le vigne di tutti i produttori che hanno una vigna in questo che probabilmente è il cru più importante delle Langhe.

L’esposizione particolarmente favorevole e la posizione che vede la protezione delle colline di Perno e Castelletto  rendono la Vigna Rionda meno colpita da agenti atmosferici. E ciò favorisce la nascita di Barolo austeri e longevi, strutturati e complessi, con tannini decisi ma di straordinaria qualità.

Ed allora la domanda nasce spontanea: che vini sono riusciti a realizzare i due magnifici cugini?

Ve lo sveliamo subito, precisando che non sono in commercio e li abbiamo assaggiati in assoluta anteprima:

Barolo Vigna Rionda 2014 – Guido Porro: in bottiglia da 2 mesi.  Finezza ed eleganza sono al centro dell’assaggio e si manifestano attraverso freschezza e note di  frutti rossi, di viola, e di rosa rossa. La qualità dei tannini è eccellente. Non ha una struttura imponente, anche in considerazione dell’annata 2014, non particolarmente favorevole, ma è succoso e di straordinaria piacevolezza. Uscirà in commercio il prossimo anno;

Vigna Rionda 2014 – Ettore Germano: Sergio non sa ancora se uscirà con un “super-nebbiolo” o con un Barolo. Il vino è teso, speziato, fresco, floreale e con un lungo finale di macchia mediterranea. Anche in questo caso la bevibilità prevale sulla complessità.

E gli altri vini?

Sul Barolo Cerretta 2013 di Sergio Germano e sul Barolo Vigna Lazzairasco 2013 di Guido Porro non ci soffermiamo, e rimandiamo all’acquisto della Guida I vini d’Italia de L’Espresso.

Iniziamo con gli altri vini da Sergio Germano (le descrizioni dei vini sono a cura di Gianni Travaglini) sempre in assoluta anteprima:

 

Sergio Germano in cantina

 

Sergio Germano (a destra) e Daniele Moroni

 

Sergio Germano con Stefano Ronconi

 

Barolo Prapò 2014 – Ettore Germano: profumi di frutta rossa  e spezie dolci anticipano un tannino ancora un po’ deciso. Vino da aspettare.

Barolo Cerretta 2014- Ettore Germano: da Nebbiolo coltivato nell’omonimo vigneto di Serralunga d’Alba. All’olfatto non si concede immediatamente con toni scuri e di sottobosco. Il tannino è vibrante e l’acidità in evidenza. Complesso e avvolgente risulta in questo momento più strutturato e convincente del Prapò 2014.

Barolo Lazzarito 2014- Ettore Germano: da una vigna molto vecchia si ottiene un vino complesso, in cui la prevalenza di sentori di frutti rossi e di spezie fa da preludio a freschezza e finezza del tannino. Già molto convincente; 

Barolo Cerretta 2015- Ettore Germano: affinato in tonneaux da 700 litri (nuovi solo il 5%). Qui si percepisce subito l’ottima riuscita dell’annata. Profumi di spezie dolci e frutti rossi maturi. In bocca l’ingresso denota  piacevolezza e la morbidezza di un tannino levigato, la chiusura evoca finezza ed eleganza.

 

Passiamo ai vini di Guido Porro (descrizioni dei vini a cura di Maurizio Valeriani)

 

 

Guido Porro

Guido Porro

Assaggiando i vini dalle botti con Guido Porro

 

Le botti di Guido Porro

Per ragioni di spazio non ci soffermiamo sulla Barbera Vigna S.Caterina 2016 e sul Nebbiolo Camilu 2015. Basta dire che sono “commoventi” per lo straordinario rapporto qualità/prezzo (come del resto tutta la produzione di Guido).

Barolo Vigna Lazzairasco 2014 – Guido Porro (anteprima): è l’ennesima conferma di come i bravi vignaioli sanno lavorare bene anche in annate difficili. Così sensazioni floreali si uniscono a toni speziati e di frutti rossi anticipando succosità, freschezza e profondità di beva. Elegante e complesso;

Barolo Vigna Lazzairasco 2015 – Guido Porro (anteprima): la struttura è imponente ed il tannino ancora vibrante. Le note fruttate e speziate la fanno da padrone. Gioca più sulla potenza che sull’eleganza;

Barolo Gianetto 2014 – Guido Porro (anteprima): in questa annata si sente la differenza con il fratello maggiore (Vigna Lazzairasco), anche se è comunque preservata bevibilità e integrità del frutto;

Barolo Gianetto 2015- Guido Porro (anteprima): stavolta la terza etichetta di Barolo di Guido, compete con il Vigna Lazzairasco, perchè unisce alla sorprendente materia, eleganza, sapidità ed una straordinaria succosità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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